A 19 anni anni dall’approvazione della legge che tutela l’occupazione dei lavoratori disabili, l’inserimento nelle aziende resta un obiettivo difficile, non tanto per mancanza di volontà ma spesso per motivi legati all’attività produttiva e all’organizzazione.
Per questo motivo nel 2003 il legislatore nazionale ha emanato una nuova norma (art 14 del D.Lgs 276/2003)che ha dato la possibilità alle aziende di delegare a cooperative sociali l’assunzione di persone disabili, affidando loro delle commesse, che possono spaziare dalle pulizie al facchinaggio, dall’inserimento dati o imbustamento al fattorinaggio e portierato.
Il recepimento in Trentino ha avuto luogo nello specifico attraverso la delibera G.P.n.2131 del 2013 e la conseguente approvazione di una convenzione quadro che ne ha disciplinato le modalità di adesione, i criteri di individuazione dei lavoratori disabili coinvolti, i limiti di copertura, durata e possibilità di rinnovo.
A distanza di alcuni anni dall’introduzione della convenzione quadro, che ne ha dettato le linee operative sul nostro territorio, l’Agenzia del Lavoro ha organizzato un incontro con le associazioni datoriali e sindacali, Consolida e la Federazione Trentina della Cooperazione per fare il punto della situazione. In cinque anni 49 persone con disabilità hanno avuto opportunità di lavoro in 10 cooperative sociali in accordo con 33 aziende.
Durante l’appuntamento, al di là dei buoni risultati maturati, sono emersi possibili spazi di miglioramento anche attraverso eventuali modifiche della convenzione quadro. Le proposte riguardano, in particolare, la possibilità di incrementare i posti previsti deducibili dalla quota di riserva (che ad oggi non possono superare il 30% della quota d’obbligo), quella di abbassare la percentuale di invalidità minima delle persone coinvolte e di apportare una revisione dell’attuale formula di calcolo che individua il numero di posti deducibili dalla quota dell’obbligo. La modifica dell’ultimo punto, in particolare, consentirebbe di assumere per le stesse o diverse mansioni più persone anche su più cantieri.
L’obiettivo è quello di rendere ancora più agevole l’applicazione della norma, permettendo alle imprese di ottemperare agli obblighi giuridici e, nello stesso tempo, consentendo alla cooperativa sociale di mettere in campo le proprie competenze.
“La sinergia tra ente pubblico, azienda privata e cooperativa sociale, che si crea con l’applicazione dell’articolo 14, è estremamente funzionale, perché ogni soggetto ha la possibilità di non perdere di vista la propria mission – spiega Francesca Zinetti, Presidente di Oasi-Tandem, cooperativa sociale, specializzata nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e che conta 250 dipendenti. “Nel 2015 – racconta Zinetti – abbiamo stipulato una delle prime convenzioni con l’Agenzia del Lavoro e una grossa azienda del territorio che ha consentito l’inserimento di 6 persone disabili. L’avvio è stato un po’ macchinoso, ma poi tutto è andato bene grazie al fatto di aver instaurato un buon rapporto di lavoro con gli operatori dei Centri per l’impiego e di aver conquistato la fiducia dell’impresa, avendone capito esigenze, ambiente di lavoro e cultura aziendale. E infatti oggi ci sono state assegnate ulteriori commesse, dalle pulizie al centralino, che ci hanno permesso di inserire altri 9 lavoratori disabili.”