Studi internazionali dimostrano che spesso l’emarginazione delle persone con disabilità non è determinata dalla menomazione, ma dallo sguardo che posiamo su di loro, a livello individuale e collettivo. Uno sguardo alimentato dalla narrazione mediatica che oscilla ancora tra l’occultamento e il pietismo, ma anche dalla rappresentazione di chi con la disabilità convive quotidianamente, come le famiglie e gli operatori.
La percezione comune della disabilità – ancor oggi prevalentemente legata a limitazione, incapacità, bisogni – influenza la realtà e i comportamenti, sia nelle relazioni interpersonali, sia in quelle sociali. La questione non è, quindi, teorica e formale, bensì sostanziale e riguarda la cultura collettiva. Secondo i dati del Miur (anno scolastico 2016-2017) in una classe italiana su due è presente un bambino con disabilità; gli alunni con disabilità sono quasi il 3% con un aumento di un punto percentuale rispetto a 10 anni fa.
Sul tema Consolida, con l’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto – Adige, l’Assostampa, la Fondazione Demarchi e il sostegno della Provincia autonoma di Trento, ha attivato un gruppo interdisciplinare composto da giornalisti e professionisti della comunicazione (videomaker, social media manager, fotografi) insieme ad operatori sociali, genitori e persone con disabilità, con la supervisione del professore Michele Marangi, docente dell’Università Cattolica. Ne è nata una proposta che contiene principi guida, indicazioni quindi non prescrittive e univoche, ma orientanti per il rispetto dei diritti delle persone con disabilità, da condividere ed integrare.
Oggi pomeriggio il “manifesto” è stato presentato dai promotori alla comunità in un evento organizzato nell’ambito dell’iniziativa “Impresa al cubo” dedicato alle cooperative sociali in corso a Trento ad organizzazione di Consolida.
“A questo manifesto – ha affermato il prof. Marangi – si è arrivati partendo da due considerazioni: la prima è che in genere si parla di disabilità in maniera superficiale, senza conoscere il tema; la seconda è quella di coinvolgere i professionisti della comunicazione e gli operatori in modo che potessero lavorare insieme. Si è creato un gruppo di lavoro che ha fatto emergere alcuni punti chiave che si propongono alla comunità”.
“Spesso – ha affermato il presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti Mauro Keller – la persona con disabilità percepisce la differenza rispetto agli altri dal modo in cui lo trattiamo. La categoria deve mettersi a disposizione per essere maggiormente rispettosa nei confronti di persone che hanno qualche differenza speciale. E il linguaggio è fondamentale”.
Fin dal primo sguardo si nota che si tratta di un manifesto differente, perché dalla differenza nasce e la differenza di ciascuno riconosce: senza nessun precetto ma con sette principi guida che ciascuno può tradurre nella pratica professionale e di vita. Proprio perché l’immaginario collettivo si alimenta da una molteplicità di fonti, il Gruppo ha scelto di rappresentare i principi con una pluralità di linguaggi: teatro, video, human library, informazione giornalistica.
Il primo principio pone l’attenzione sul fatto che prima della disabilità c’è la persona, che come tutti ha bisogni, sogni, desideri, progetti, pregi e difetti. Altro aspetto riguarda la pluralità: ci sono tante forme di disabilità e chi ne parla dovrebbe prendersi il tempo per comprenderle. Terzo invito è quello di considerare che differenza e diversità non sono sinonimi: la differenza è nella natura delle cose, la diversità è un giudizio che etichetta ed esclude.
Quarto: né sfigati né supereroi. E’ necessario prestare attenzione allo sguardo, per togliersi le lenti deformanti del pietismo o dell’eroismo. Quinto aspetto: il deficit è personale, l’handicap no: serve imparare a distinguere il limite oggettivo dalle barriere create dalla società. Sesto principio: l’età conta. La disabilità non è un’eterna infanzia, la carta d’identità vale per tutti. Infine spazio ai protagonisti: le persone con disabilità non sono oggetti da raccontare, ma soggetti da incontrare. E a volte scelgono di non raccontarsi.
Sette principi, dei quali due in particolare sono molto rilevanti, a parere della vicepresidente di Consolida Francesca Gennai: “la persona con disabilità non è sempre giovane, ma segue le normali fasi della vita. Così come non è un supereroe, ma una persona normale, e come tale desidera essere trattata”.
“Con questo manifesto vorremmo essere influencer per un futuro inclusivo – spiega la coordinatrice del Gruppo interdisciplinare Silvia De Vogli, responsabile Comunicazione e Cultura di Consolida –. Oggi spetta a ciascuno di noi decidere se diventare follower, aderendo personalmente, e influencer, promuovendo l’adesione delle nostre organizzazioni”.
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