ASSEMBLEA SOCI 2021: UN ORGOGLIO CONSAPEVOLE E RESPONSABILE

Serenella Cipriani

di Serenella Cipriani

Buongiorno a tutti. Ci ritroviamo qui ad un anno esatto di distanza dall’ultima assemblea; allora eravamo pienamente immersi nella pandemia; oggi, se non pur ancora del tutto risolta da un punto di vista sanitario, la situazione è più positiva. La tentazione, assolutamente comprensibile, sarebbe quella di accantonare il 2020 e andare oltre. Certamente la narrazione mainstream spinge a guardare avanti: ripresa, ripartenza…. E va bene, ne abbiamo bisogno, senza però dimenticare l’esperienza che abbiamo attraversato, anzi di più: senza evitare di riflettere e rielaborare l’accaduto. Vi riporto quindi allo scorso anno, non solo perché doveroso in una assemblea di bilancio, ma perché necessario: il 2020 ci dice molto sul nostro modo di essere e agire, sul ruolo che dobbiamo e possiamo assumere. Alla fine è come superiamo i momenti di crisi che ci dici cosa siamo.

Si sente dire spesso che la pandemia ha colto tutti impreparati, ed è vero, ma solo in parte. La pandemia ci ha colto – Consolida e le socie – impreparati sugli strumenti, ma non certo sul cosa e per chi dovevamo fare.

La chiave di quel fare è stata equilibrio, l’equilibrio tra una molteplicità dei diritti che dentro un contesto radicalmente diverso, rischiavano di confliggere tra loro: quelli dei bambini e dei ragazzi, delle persone con disabilità o altre fragilità, degli anziani e delle loro famiglie, i diritti dei soci e dei lavoratori e delle loro famiglie. I diritti all’educazione, all’assistenza, alla salute, alle relazioni, ma anche alla sostenibilità e al lavoro.

Gli interrogativi erano tanti, non solo “chiudiamo o riapriamo i servizi?”, ma anche come manteniamo i legami, come garantiamo il sostegno e la prossimità a distanza, come interveniamo rispetto a bisogni inediti. La eco di questo la sentiamo anche oggi con il dibattitto sugli anziani e le RSA e sulla ripartenza dei servizi educativi e scolastici a settembre.

E le risposte a quelle domande le abbiamo cercate e trovate insieme, correggendoci costantemente. Mai come nel 2020, l’essere sistema, capace di dialogare in modo proattivo, ci ha permesso di essere forti ed efficaci pur nell’inedita complessità e fatica. Non ricordo stagioni così intense di scambi e confronti tra il consorzio e le associate, su teams, zoom, meet…oltre ogni distanza fisica la prossimità di intenti. E i segni ci sono, nelle azioni e nei progetti – mantenuti, ripensati, nuovi – che i due vicepresidenti vi racconteranno, ma soprattutto nell’intensa azione politica e di compliance che il consorzio ha svolto nel 2020.

A partire dal DL “Cura Italia”, si sono susseguiti decreti, regolamenti e circolari; sono diventati comuni termini quali “rimodulazione” e “costi incomprimibili”, “misure di aiuto di stato a sostegno dell’economia” e “riorganizzazione”. Con il contributo delle associate, abbiamo partecipato, talvolta da soli, altre insieme a Ftcoop,  ai Tavoli provinciali, quelli ordinari e quelli costituiti per l’emergenza, a partire dal tavolo per la costruzione delle linee guida sulla gestione delle emergenze e sulle modalità di rimodulazione e finanziamento dei servizi alla persona.

Nell’ambito dei servizi per gli anziani abbiamo contribuito a definire e sottoscritto un protocollo tra PAT, FTC, UPIPA, Consorzio dei Comuni e OOSS per impiego personale dei servizi domiciliari nelle RSA; ,alla costruzione delle rette per i centri diurni.

Rispetto all’area educazione ricordo ad esempio i Servizi Conciliativi estivi nel tempo del Covid19 e le azioni rispetto ai nidi di infanzia portate avanti dalle nostre cooperative con il supporto della Cooperazione Trentina.

Relativamente alla disabilità tutto il tema della rimodulazione dei servizi e del loro finanziamento; la gestione dei trasporti e il tema delle vaccinazioni.

In generale abbiamo quindi collaborato con Ftcoop per la messa a punto di alcune raccolte dati rispetto al Fondo di Solidarietà Trentino e l’utilizzo degli ammortizzatori.  Nei mesi estivi abbiamo costituito sempre con Ftcoop  e Anfass un gruppo di lavoro con la PAT – ufficio politiche di inclusione e cittadinanza del Servizio Istruzione per approfondimento delle modalità, attività e azioni in materia di bisogni educativi speciali anche in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico e a settembre inviato alle istituzioni scolastiche e formative uno schema di convenzione per interventi di assistenza scolastica a favore di alunni con bisogni educativi speciali” elaborato con il contributo delle nostre associate e con una consulenza legale tenendo conto anche delle misure introdotte a seguito della crisi epidemiologica da Covid 19.

Oltre a queste azioni di rappresentanza sui temi legati all’emergenza, abbiamo portato avanti il lavoro “ordinario” ma altrettanto significativo, come quello sull’accreditamento e sul rinnovo del CCNL, sulla legge provinciale sul “dopo di noi” (n.8/2018); delibera su criteri di assegnazione fondi per i progetti alle comunità che coinvolge le nostre cooperative dell’area disabilità e tutte le interlocuzioni con la PAT e ADL sui temi dell’area lavoro: intervento 18 – 19 – Progettone – Carcere – Economia solidale per citare alcuni argomenti, il ruolo dell’educatore.

Trasversale alle aree: il consorzio ha partecipato alle numerose occasioni di confronto pubblico per la presentazione del nuovo catalogo dei servizi e delle modalità di affidamento degli stessi/accreditamento

I risultati di questo lavoro comune tra consorzio e associate si misura in termini di riconoscimento di un sistema di organizzazioni che hanno come obiettivo l’interesse generale dei cittadini e della comunità. Il riconoscimento che dobbiamo saper mantenere, da parte della politica e degli enti pubblici, con cui il dialogo è stato serrato, a volte faticoso; da parte degli utenti e delle loro famiglie.

Sul fronte imprenditoriale il sistema  delle cooperative ha perso fatturato, il 2,4% per le cooperative di tipo B e l’8% per le A, ma ha tenuto l’occupazione, anche quella dei lavoratori svantaggiati, pur ricorrendo, in particolare nei mesi da marzo a giugno al FIT. E’ diminuita anche la marginalità che si attesta intorno allo 0,85% per le B e al 1,95% per le A. Certamente la perdita di fatturato è dovuta alla pandemia, al lockdown e alle rimodulazioni dei servizi. Vero è che in media, eccetto rare eccezioni come l’alimentare o la farmaceutica, la perdita media negli altri settori non è mai inferiore al 17%. E questo ci deve far pensare rispetto al valore intrinseco dei nostri servizi in tempi: anche in termini di pandemia resistono, quello che necessitano è inevitabilmente un adeguamento al contesto. Ed è per questo, che la crisi ha colpito maggiormente le cooperative di tipo A toccando in maniera diversa i diversi ambiti di operatività delle cooperative. Abbiamo infatti osservato una maggior perdita nelle cooperative che svolgono servizi socio assistenziali sanitari nell’ambito della disabilità e degli anziani. Le nostre cooperative in perdita sono 5 A e 5 B. Tutte le altre, tranne una che è in liquidazione volontaria, presentano patrimonio positivo.

Credo che ora si capisca meglio perché sono più che mai convinta che il 2020 non solo non possa, ma nemmeno debba essere dimenticato e che tra le parole per ricordarlo la cooperazione sociale debba anche segnare consapevolezza (vorrei osare orgoglio); orgoglio per quello che abbiamo fatto; orgoglio rispetto alla nostra rilevanza e al nostro ruolo per la comunità di cui essere consapevole e che ci responsabilizza rispetto al futuro, perché non possiamo rischiare di tornare ad una nuova normalità, che di nuovo ha solo il fatto che si tolgono mascherine e cadono le altre regole che hanno caratterizzato la pandemia. ed è quello che proveremo a fare con gli indirizzi che vi presenteremo nella seconda parte di questo incontro.

Non sappiano ancora quando saremo davvero fuori da questa pandemia. Le pandemie durano in genere 4 anni, questa potrebbe fare una eccezione. Non possiamo predire il nostro domani, se saremo più solidali, più cooperativi, più collaborativi o se l’aumento delle diseguaglianze, la povertà educativa e culturale avrà conseguenza sulla nostra sostenibilità, sulle nostre scelte imprenditoriali e quindi anche a ricaduta sul ruolo consortile. Riflessione che riprenderemo nel punto successivo.