Le cooperative sociali del consorzio Consolida sono state le prime, e in alcuni contesti territoriali anche le sole, ad aver garantito lo scorso anno servizi conciliativi estivi, investendo in progettazione e formazione comune del personale.
“L’abbiamo chiamata “Estate sicura” – afferma Francesca Gennai, vicepresidente del consorzio Consolida – perché, pur consapevoli che nei servizi educativi come in ogni altra dimensione della vita il rischio zero non esiste, abbiamo lavorato, allora come oggi, per garantire in ogni modo possibile la sicurezza. Secondo le cooperative, affinché le attività estive rimangano anche quest’anno una risposta sicura e sostenibile per tutti, manca ancora chiarezza su alcune condizioni fondamentali.
Innanzitutto la sicurezza: “da tempo – afferma Gennai – abbiamo evidenziato alla Giunta provinciale la necessità di poter pianificare una campagna vaccinale per gli educatori che saranno coinvolti nel periodo estivo richiedendo che sia loro estesa la possibilità data al personale (educatori) della scuola e dei servizi parificati.”
In secondo luogo la possibilità di educazione e conciliazione per tutti i bambini: “con la consapevolezza che nessuna istituzione, né pubblica né privata, debba né possa rispondere da sola all’aumento dei bisogni educativi e sociali generati dalla pandemia e assumersene l’intera responsabilità, abbiamo offerto la nostra disponibilità a costruire un palinsesto comune di servizi estivi in cui pubblico e mondo cooperativo integrano competenze e risorse. Concretamente si può pensare a scuole dell’infanzia aperte in co-progettazione fra educatori ed insegnanti, nella logica non della mera sostituzione, bensì della complementarietà delle diverse figure professionali. Gli educatori delle cooperative sociali hanno infatti competenze specifiche di cui potrebbero beneficiare i bambini nel mese di apertura straordinaria: outdoor education, acquaticità e motricità, arte e creatività. Queste sono solo esemplificazioni di percorsi comuni da co-costruire all’interno degli spazi già fruibili delle scuole dell’infanzia, concordando modalità, tempi e risorse da mettere a disposizione.”
Rimane infine la questione non secondaria della sostenibilità di questi servizi: “la Provincia – continua Gennai – ha introdotto quello che chiama uno snellimento burocratico, in realtà si tratta di uno spostamento di lavoro dall’ente pubblico al privato sociale. L’onere di gestire le pratiche dei buoni di servizio è stato, infatti, scaricato completamente sugli enti accreditati che da quest’anno dovranno inserire, non solo una parte come già facevano, ma tutti i dati relativi ai buoni di servizio al posto degli uffici del fondo sociale. Una scelta che vanifica gli investimenti tecnologici che alcuni enti accreditati avevano fatto nel corso del tempo. C’è da chiedersi se in anni già così complessi sia opportuno cambiare modo di lavorare.”