Cosa fanno le cooperative sociali e come? Come misurano il benessere prodotto e come lo raccontano agli stakeholders? Sono domande alle quali il consorzio Consolida, insieme a Cgm e ad alcune associate, ha cominciato a prestare attenzione già 15 anni fa, insomma in “tempi non sospetti”. La sensibilità diffusa è rimasta però poco praticata, forse anche per la mancanza di strumenti agili e comuni. Oggi questa predisposizione culturale trova nuovi stimoli negli obblighi previsti dalle recenti norme nazionali e locali su bilancio sociale e valutazione d’impatto. Stimoli a cui risponde il percorso presentato alcuni giorni fa dal consorzio insieme ad Euricse in una sala affollata di cooperatori sociali.
“Il percorso riprende l’esperienza di ricerca maturata con il centro studi e con le associate nel 2014 – ha spiegato la vicepresidente Bruna Penasa – riletta alla luce degli esiti della sperimentazione fatta anche in altri territori (In particolare Veneto e Friuli Venezia Giulia) e tenendo conto delle indicazioni che emergono dalla riforma del Terzo settore e dai regolamenti provinciali legati all’accreditamento. L’obiettivo che ci siamo dati è però quello di andare oltre gli obblighi legislativi, o meglio cercare di trasformarli in opportunità per il sistema sia in ordine alla rendicontazione che alla valutazione d’impatto. Lavoreremo fornendo strumenti operativi semplificati e supporto formativo affinché il modello proposto abbia per le socie una pluralità di utilizzi: la rappresentazione del valore della cooperativa, sia singolarmente che come parte di un sistema articolato e diffuso; la valutazione anche in termini di posizionamento nel proprio ambito di intervento e il sostegno alla pianificazione e alla progettazione strategica.”
Sara Depedri ricercatrice che coordina il gruppo di lavoro di Euricse, dopo aver illustrato i concetti di rendicontazione sociale e valutazione d’impatto che emergono dalle nuove norme, dagli studi scientifici e dalle buone pratiche, ha presentato nei dettagli il percorso che mette a disposizione delle cooperative ImpAct: “un modello – ha precisato – capace di soddisfare le richieste nazionali e locali, che integra altri strumenti e fonti disponibili e che è stato concepito in una logica di continuità temporale per essere utile nella lettura dei cambiamenti e delle evoluzioni dell’organizzazione e del sistema.”
Ancora una volta si tratta, in un certo senso, di giocare d’anticipo per farsi trovare preparati: gli obblighi normativi diventeranno, infatti, vincolanti nel 2019; c’è tempo quindi sia per testare gli strumenti proposti dal centro di ricerca e apportare, se necessario, modifiche e integrazioni, sia per strutturarsi internamente ai fini della raccolta delle informazioni.
Qui le slides di presentazione del percorso