Arrivata da pochi mesi a dirigere la Casa Circondariale di Spini di Gardolo, dopo 18 anni al Carcere di Bolzano, Anna Rita Nuzzacci ha incontrato il 26 settembre i diversi attori del mondo della formazione e del lavoro che collaborano con l’Area Educativa dell’Istituto, tra i quali il consorzio Consolida e, in questa fase, le cooperative sociali Kaleidoscopio, Chindet e Venature. “La Casa circondariale di Spini ospita oggi circa 320 detenuti di cui 20 donne. I pilastri trattamentali – ha affermato la direttrice – sono la famiglia, la scuola, il lavoro, l’istruzione e la religione. E voi siete gli strumenti, l’opportunità per il cambiamento delle persone che come i detenuti di risorse ne hanno poche.” Un lavoro complesso, ha sottolineato la direttrice, fatto di passione e resistenza, perché il carcere è la struttura democratica più verticistica possibile; ecco allora che è importante rispettarne le regole anche da parte degli operatori esterni, benché non sia sempre facile comprenderne le ragioni.
Dopo i fatti gravi accaduti a fine 2018 (la morte per suicidio di due giovani e la rivolta del 22 dicembre), su cui si è soffermata anche la prof. Antonia Menghini (ri-confermata dalla Giunta provinciale nel suo ruolo di Garante dei diritti dei detenuti) nella premessa della sua relazione per l’anno 2018, il clima interno è sotto controllo. Per favorirne un monitoraggio costante ed evitare il ripetersi di eventi critici, la direttrice ha annunciato come sia stata costituita una commissione ad hoc con uno staff multidisciplinare.
Anche ai formatori e tutor delle cooperative sociali è richiesto di prestare molta attenzione a segnali di frustrazione, malessere e comportamenti anomali dei partecipanti ai laboratori, segnalandoli con immediatezza al personale di polizia penitenziaria o agli educatori.