CONTRATTI DI RETE: L’ESITO DEL LABORATORIO

Trento 5 ottobre 2020- Si è concluso il laboratorio organizzato dall’Area Lavoro di Consolida in collaborazione con Euricse sui contratti di rete, laboratorio che fa parte del progetto RE-SET, dedicato alle politiche e agli strumenti per l’inserimento lavorativo.

Dopo un primo incontro introduttivo, i partecipanti, guidati da Paola Iamiceli e Chiara Ferrari dell’Università di Trento, hanno potuto analizzare casi concreti di contratti di rete utilizzati da cooperative sociali in altre parti di Italia e discutere della possibile applicazione anche in Trentino nell’ambito dell’inserimento lavorativo.

Le docenti hanno evidenziato come il contratto di rete sia uno strumento flessibile che può essere strutturato in vario modo in base agli obiettivi strategici di chi lo utilizza e, sulla scorta dei feedback raccolti dai partecipanti, hanno quindi analizzato i principali fattori da considerare. Tra questi: i confini della rete e i diversi possibili livelli di partecipazione, nonché i criteri di ingresso e di uscita dalla rete; i sistemi di governo e gli strumenti patrimoniali.

Il terzo incontro, condotto da Matteo Borzaga e da Michele Mazzetti dell’Università di Trento, è stato invece dedicato alla gestione dei lavoratori all’interno della rete, elemento fondamentale per facilitare la strutturazione di percorsi di socializzazione al lavoro e inserimento lavorativo. Anche in questo caso si è partiti da casi concreti posti da alcune delle cooperative partecipanti: Chindet e Kaleidoscopio, Progetto 92, Lavoro e Ascoop.

Borzaga ha sottolineato come la giurisprudenza sulla condivisione di lavoratori tra imprese sia estremamente scarna e lasci molto spazio all’interpretazione. Per questo è importante tenere presente il contesto più generale in cui questa disciplina si colloca. Un contesto fortemente improntato all’idea che il rapporto di lavoro sia un rapporto tra due soggetti unitari, ovvero un solo lavoratore e un solo datore di lavoro, e quindi generalmente poco favorevole all’idea che più imprese possano condividere gli stessi lavoratori.

Esistono però due modalità che possono essere utilizzate, sia pur, in certi casi, a livello ancora sperimentale, che sono il distacco e la codatorialità. Mentre lo strumento del distacco tutto sommato è ben consolidato e può essere attuato con alcuni accorgimenti senza correre rischi, la regolamentazione della codatorialità lascia ancora ampio spazio all’interpretazione.  È una terra “di frontiera” in cui è necessario sperimentare e quindi assumersi qualche rischio.

Concluso questo laboratorio, il progetto RE-Set proseguirà con una visita studio presso la prima cooperativa di comunità – Valle dei Cavalieri – sull’Appennino tosco-emiliano e la coop plurima L’Ovile a Reggio Emilia per completare analisi delle diverse forme d’impresa adottate per l’inserimento lavorativo. È inoltre in preparazione il seminario conclusivo che si terrà il 17 novembre a Trento per condividere con i molteplici interlocutori istituzionali e territoriali della cooperazione le riflessioni maturate con gli esperti.

Per informazioni: giusi.valenti@consolida.it