“Fare il tutor in una cooperativa di tipo B non significa solo fare un lavoro nel verde, piuttosto che nelle pulizie, vuol dire essere parte della storia della cooperazione sociale, con i suoi valori e le sue conquiste. Significa essere “tecnologia dell’inserimento lavorativo”.
Così ha aperto lo scorso 22 febbraio il professor Carlo Borzaga, padre della cooperazione sociale, il corso tutor per le cooperative B . Il professore ha ricostruito la storia della cooperazione sociale ripercorrendone le tappe fino ad arrivare alla situazione attuale. Ha raccontato come negli anni ’70, per sopperire ad un sistema di welfare e politiche del lavoro totalmente impreparato, nacquero i primi gruppi di volontariato che si presero carico delle crescenti situazioni di disagio e povertà. Durante gli anni ’80 queste strutture iniziarono ad organizzarsi in forma imprenditoriale e, nonostante le incertezze legislative, si consolidarono in forma di cooperative a finalità sociale. Dovettero, però, attendere l’ottobre del ’91 per avere un pieno riconoscimento normativo.
“Molti dei servizi che eroghiamo – ha sottolineato Borzaga – non sono stati inventati dal pubblico, ma creati dal basso, da iniziative di volontari, studenti, persone che facevano altro nella vita ma che negli anni ’70, a volte per vicende personali e familiari, in altri casi per la loro sensibilità verso problemi emergenti, provarono a trovare delle soluzioni e si misero in gioco in prima persona.”
I 22 corsisti delle 13 Cooperative socie (Alisei, ALPI, Aurora, Garda2015, La Sfera, Il Gabbiano, Il Lavoro, Lavoro, Le Coste, Oasi/Tandem, Promoproject, Relè e Venature) non hanno mancato di fare domande al professor Borzaga ma anche a Santino Boglioni, pure precursore e fondatore della cooperazione sociale trentina. Boglioni ha ricordato come sia stato importante il ruolo del Consorzio nella prima fase per aggregare le coop dislocate su tutto il territorio, trasferire modelli e buone prassi e sostenerne lo sviluppo. La cooperativa sociale da allora è notevolmente cresciuta in termini di dimensioni, presenza sul territorio e tipologia dei servizi, ma secondo Boglioni oggi è necessario fermarsi e riflettere per cogliere stimoli ed eventuali altri problemi, cercando di approcciarli con una visione che coniughi valori, cultura e strumenti attuali. Il corso, progettato in collaborazione con Maria Clara Acler, e che si avvarrà dei formatori della cooperativa InMente, proseguirà nelle prossime settimane. L’obiettivo del corso vuole essere quello di focalizzare il ruolo del tutor, individuandone competenze e abilità, soprattutto nel facilitare il lavoro di gruppo, a partire dalle motivazioni al lavoro e dai vissuti personali.