ELEZIONI DELLA FEDERAZIONE

 

Inclusione sociale, ruolo della federazione e dei consorzi, specificità e valorizzazione della cooperazione sociale. Sono stati questi alcuni dei temi affrontati nel dibattito organizzato da Consolida con i candidati alla presidenza della Federazione trentina della cooperazione: Marina Mattarei, Michele Odorizzi, Piergiorgio Sester e Ermanno Villotti. Nel dialogo –  introdotto dal presidente in carica della Federazione Mauro Fezzi e dalla presidente del consorzio Serenella Cipriani e moderato da Riccardo Bodini – tutti i candidati hanno riconosciuto la capacità delle cooperative sociali di rispondere ai bisogni di welfare sempre più complessi nella comunità e di sostenere le persone fragili. L’inclusione sociale però connota anche altri settori cooperativi: c’è chi ha citato i piccoli punti vendita delle Famiglie Cooperative come presidi del territorio, chi le nuove tecnologie come possibili generatori di nuova esclusione, chi il credito cooperativo che ha sostenuto le famiglie e le piccole aziende nella recente crisi economica. A fronte di una società che cambia e in cui i rischi di povertà (non solo economica) crescono, l’inclusione sociale deve, secondo tutti i candidati, diventare tema comune all’interno del movimento su cui si lavora con progetti condivisi e trasversali. Rispetto alla riforme in atto che impattano sul welfare (da quella del Terzo Settore agli interventi sulla fiscalità e l’accreditamento) i candidati hanno riconosciuto che si tratta – come tutte le modifiche legislative che toccano la cooperative – di sfide rilevanti rispetto alle quali la Federazione deve assumere un ruolo di rappresentanza forte (alcuni sottolineando che per farlo occorre attingere alle competenze e professionalità specifiche rappresentate nella squadra di governo o nei consorzi). Per Ermanno Villotti “la Federazione deve difendere la specificità della cooperazione insieme ai consorzi.” Secondo Piergiorgio Sester “su questi temi non bisogna difendere, ma attaccare per rimanere al centro”. Per Michele Odorizzi “non dobbiamo lasciare il campo ad altre forme di impresa più semplici nella costituzione, ma che non hanno le caratteristiche specifiche della cooperazione come la partecipazione l’orientamento al benessere delle comunità. E lo dobbiamo fare anche creando nuovi strumenti – ad esempio finanziari – e servizi per sostenerne lo sviluppo.” Infine Marina Mattarei “da anni tutta la cooperazione vive spinte all’omologazione a modelli economici che non tengono conto dello spirito mutualistico. Dobbiamo recuperare il senso di appartenenza, rilanciare l’idea di socio nel terzo millennio”.
Sul ruolo della Federazione per Mattarei occorre riattualizzare l’architettura istituzionale: “se in questi anni un anello della filiera si è perso, lo si deve anche alla mancanza di chiarezza sui ruoli all’interno della filiera. I Consorzi sono fondamentali, non ci debbono essere contrapposizioni con le cooperative. La Federazione deve invece recuperare il ruolo di sindacato che ha in buona misura perso, e interloquire con autorevolezza per poter incidere anche a livello normativo e legislativo”.  Per Villotti “la Federazione ha rischiato di rimanere indietro in questi anni, inadeguata rispetto ai cambiamenti che stavano accadendo, penso ad esempio al credito. Queste esperienze ci devono insegnare che non bisogna ancorarsi a modelli statici. La Federazione deve attivare i consorzi che sono i veri presidi nei mercati di riferimento del proprio settore.” Per Sester le cooperative devono essere forti e dare autorevolezza ad una Federazione che deve essere invece snella, svolgere un ruolo di sindacato e offrire servizi ad alto valore aggiunto. Anche per Odorizzi va ribadito con forza il ruolo di rappresentanza della Federazione nei confronti della politica e degli altri attori del territorio, sia locale che nazionale e europeo. I consorzi hanno invece più un ruolo strategico sul piano imprenditoriale, anche se nell’ambito del welfare la distinzione tra le due sfere è più complessa, poichè gli interlocutori sul piano politico e su quello imprenditoriale sono spesso coincidenti perché i servizi di welfare sono legati alle istituzioni.