Sono oltre 13.000 i questionari raccolti in poco più di due settimane dalla Provincia Autonoma di Trento attraverso l’indagine “Ri-emergere” studiata dall’Agenzia per la famiglia, natalità e politiche giovanili, al Dipartimento Salute e politiche sociali, al Forum delle Associazioni Familiari del Trentino con il supporto scientifico della Fondazione Franco Demarchi.
Dottor Malfer, da dove nasce l’idea di questa rilevazione?
Dalla consapevolezza che le famiglie sono affaticate: in questo periodo di emergenza hanno dovuto occuparsi del lavoro, della cura dei famigliari, della scuola, di tutte le tematiche educative e relazionali. E ogni famiglia ha gestito questo carico enorme in base alle risorse che aveva disponibili: casa grande o piccola, con giardino o meno; dotazioni tecnologiche e connessione; lavoro stabile oppure no, dotazioni di rete o mancanza. E come è stato vissuto questo periodo non sarà indifferente rispetto alla fase post Covid-19, senza contare che per le famiglie in un certo senso non è ancora finita la fase emergenziale: si chiedono, infatti, come gestiranno i mesi estivi, il ritorno al lavoro con i figli a casa, oppure come faranno se hanno perso il lavoro. Il questionario, che fa parte di un progetto più ampio, vuole traghettare la visione della famiglia oltre la fase emergenziale.
Qual è l’obiettivo?
Volevamo innanzitutto fare arrivare alle famiglie la consapevolezza che c’è qualcuno che si preoccupa di loro, del loro sentiment, di come stanno vivendo ma anche di come si sentono in questa situazione. Quella che abbiamo avviato è una grande operazione di ascolto che si articolerà su tre livelli: il primo è appunto il questionario, il secondo è rappresentato dalle nostre reti che sono i Distretti famiglia e i Comuni family, il terzo sono gli sportelli informativi.
Ci descrive i diversi passaggi?
A metà maggio partirà un viaggio nei territori (per ora 8) con una serie di seminari e di azioni di ascolto curate dai manager territoriali che rileveranno le opinioni di famiglie, comuni, aziende per raccontare il territorio in tempo di Covid -19, ma soprattutto la resilienza delle famiglie, come cioè sono riuscite in qualche modo ad essere, o meglio a continuare ad essere, un ammortizzatore sociale e come con la loro capacità di adattarsi hanno assorbito l’onda d’urto attraverso le loro risorse. Il terzo livello dell’operazione d’ascolto valorizzerà i punti di ascolto specializzati nel nostro territori. Avere informazioni in questo momento è molto importante per le famiglie e per questo abbiamo già “riattrezzato” il nostro sito web per facilitare il reperimento delle informazioni utili rispetto a servizi e iniziative che ci sono sul territorio fatte da comuni, associazioni, patronati, sindacati. Oltre a questo gestiremo come Agenzia direttamente due punti informativi specializzati: uno sulla conciliazione lavoro-famiglia e l’altro sulla media education e metteremo in rete gli altri.
Quando avrete i dati dei questionari cosa ne farete?
In poco più di due settimane ne abbiamo raccolti oltre 13.000 ed è già questo un segnale importante. Questa operazione di ascolto serve a rilevare i bisogni delle famiglie. I dati raccolti saranno analizzati dalla Fondazione Franco Demarchi assieme alla quale costruiremo un documento di lettura della situazione con indicazioni e orientamenti che consegneremo alla Giunta provinciale.
Le informazioni raccolte serviranno anche per elaborare possibili soluzioni per l’estate dei bambini e i ragazzi?
Sì certo. Quello dei servizi estivi è comunque un tema su cui stiamo già lavorando e che anche la cooperazione sociale ci ha evidenziato.
Qui i questionari:
per i genitori e alle persone adulte
https://forms.gle/CEQFuedoustCVHTeA
per le bambine e i bambini da 5 a 8 anni
https://forms.gle/iPViQTGULkFVPBQDA
per le ragazze e i ragazzi da 9 a 19 anni