Come molte altre attività, anche i progetti di inclusione lavorativa finanziati dal Fondo Sociale europeo, sono stati (e continuano ad essere) segnati dalle normative per la tutela della salute e la prevenzione del contagio da Covid 19. A giugno , dopo la riapertura dal lockdown, l’Area Lavoro ha riprogrammato i percorsi e attivato nuovamente la formazione in presenza, con la revisione di aule e setting formativi sulle indicazioni dei protocolli anti contagio.
Impegno continuato fino alla nuova chiusura, avvenuta il 6 novembre. In questa “finestra” estiva e autunnale Consolida ha attivato tre percorsi, ognuno poi articolato in più edizioni, da realizzarsi in collaborazione con le cooperative b socie (soprattutto di Trento perché è il bacino di provenienza dei beneficiari) in vari ambiti di attività: dalla manutenzione del verde alle pulizie alla gestione del magazzino.
A beneficiarne sono, ormai erano, diverse tipologie di utenza: donne detenute presso la Casa Circondariale di Trento seguite dalla cooperativa Venature; persone in carico a Uepe e giovani richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale inseriti nei percorsi di accoglienza coordinati da Cinformi e Centro Astalli.
“I tre percorsi – racconta la coordinatrice Elisa Vialardi – hanno come declinazione prevalente la formazione pratica – in laboratorio o in tirocinio – realizzata nei cantieri delle cooperative b. Limitiamo le attività d’aula tradizionali al minimo indispensabile, sia per le caratteristiche degli utenti che hanno difficoltà a seguire una lezione tradizionale, sia per favorire l’apprendimento di competenze trasversali e tecnico-professionali immediatamente spendibili in ambito lavorativo.”.
“Con l’aggravarsi della situazione sanitaria – spiega Giusi Valenti, responsabile dell’Area Lavoro di Consolida – le direttive istituzionali hanno sospeso tutte le attività formative. Ma rimaniamo pronti a ripartire non appena sarà possibile. Certo dispiace doverle interrompere proprio prima dei tirocini sia perché è stato impegnativo, per noi e i soggetti invianti, creare le condizioni adatte sia perché l’utenza fa comunque fatica a seguire i percorsi d’aula, e lo fa nella prospettiva di un’esperienza formativa on the job. E’ una grande soddisfazione accompagnare le persone fino all’esame finale per il raggiungimento della validazione delle loro competenze professionali, come è accaduto nei mesi scorsi in Chindet, Le Coste e la Sfera.”