Le cooperative Venature e Chindet gestiscono ormai da alcuni anni attività produttive e formative nella Casa circondariale di Trento, e continuano a farlo anche ora, in tempi di Coronavirus. L’obiettivo che le muove è quello di offrire opportunità lavorative ai detenuti, non solo per migliorane il benessere materiale fornendo loro una capacità di reddito ed una copertura previdenziale, ma anche per aiutarli a costruire un’identità professionale, utile anche nella prospettiva di vita post-detenzione.
In particolare all’interno del carcere Chindet offre lavoro a 12 detenuti gestendo il confezionamento di detergenti ad uso domestico eco-certificati. “A queste produzioni ordinarie – specifica Alessandro Bezzi, responsabile sociale di Chindet – si sono aggiunte ora quelle di sanificanti legati all’emergenza sanitaria. Per cui il laboratorio presso la Casa Circondariale sta confezionando grandi quantità di questi prodotti che vanno a rifornire chi, a vario titolo, lavora sul territorio trentino e nazionale per contrastare la diffusione del virus.” Chindet collabora inoltre con la cooperativa Kaleidoscopio nella gestione di uno spazio formativo che coinvolge ogni giorno circa 40 detenuti. Venature invece, dà occupazione a 11 detenuti nelle attività di lavaggio, asciugatura e stiratura di biancheria sia per l’istituto, sia per clienti.
“In questo tempo di emergenza Covid19 – afferma Tommaso Amadei, responsabile area trattamentale della Casa circondariale – il senso della presenza delle cooperative nel contesto carcerario si è ampliato e ha acquisito nuovi significati. Le loro attività sono tra le poche rimaste, vista la sospensione di tutte le iniziative formative, comprese quelle scolastiche, che si svolgono normalmente in carcere, e permettono ai detenuti, in un tempo di alta tensione emotiva di confrontarsi con persone che li aiutano ad affrontare in modo razionale quello che sta accadendo. Chiaramente tutto questo va gestito con grande responsabilità e attenzione; per questo è stato definito un rigido protocollo per evitare rischi di contagio tra operatori e detenuti”.
Protocollo seguito anche nella lavanderia gestita da Venature che ha fornito i necessari dispositivi di protezione individuali e implementato le necessarie procedure per contrastare il rischio di contagio. “Il personale coinvolto, le tutor dell’inserimento lavorativo ed i lavoratori detenuti – afferma Domenico Zalla, presidente della cooperativa – hanno dimostrato una forte motivazione e una grande responsabilità operativa, garantendo la continuità lavorativa e le puntuali consegne di biancheria ai clienti.
Il nostro ringraziamento va anche alla Direzione della Casa Circondariale di Trento e alla Polizia penitenziaria che tutti i giorni, anche in questo difficile periodo, partecipano attivamente alla costruzione di questo progetto di inclusione.”