La Rivista IMPRESA SOCIALE pubblica un focus sul tema mettendo in luce il rischio dell’erosione dell’esperienza italiana da anni punto di riferimento in Europa.
Dopo l’editoriale a firma di Carlo Borzaga e Gianfranco Marocchi apparso nel 2022, la Rivista IMPRESA SOCIALE torna nel primo numero di quest’anno sull’inserimento lavorativo segnalando così l’urgenza di riaprire una fase di riflessione sul tema.
L’occasione è offerta da alcuni materiali elaborati nell’ambito di B-WISE: un Progetto europeo con un ampio partenariato che ha coinvolto 30 organizzazioni di 13 Paesi diversi e finalizzato ad individuare i bisogni di rafforzamento di competenze delle imprese sociali di inserimento lavorativo (WISE, Work Integration Social Enterprises, secondo l’acronimo utilizzato a livello europeo).
Il nuovo articolo redatto da Gianfranco Marocchi e intitolato Molte delle cose che credevamo sull’inserimento lavorativo sono false propone una classificazione delle WISE in tre categorie (produttive, sociali, formative) per poi sviluppare un’analisi, a partire dalle evidenze a livello europeo, della situazione del nostro Paese. Ne emerge un quadro in cui, tra narrazioni rassicuranti e distorte e politiche inconsapevoli di corte vedute, si rischia, anno dopo anno, di erodere il grande patrimonio costituito dalle imprese sociali di inserimento italiane, che hanno rappresentato per lungo tempo (in primis quelle trentine attraverso l’intervento pubblico di Agenzia del Lavoro) un punto di riferimento per gli altri Paesi.