“Quattro ragazzi su dieci a Napoli lasciano la scuola e molti di loro finiscono nei circuiti della criminalità organizzata Per impedire che questo succeda è necessario che tutti nella comunità facciano la loro parte, anch’io come scrittore. La mia responsabilità è quella di dare voce a chi non ce l’ha e raccontare storie che contribuiscano a cambiare la cultura”. Così lo scrittore e sceneggiatore Maurizio De Giovanni ha aperto il workshop “Fuori è dentro” organizzato nell’ambito del progetto INCLUSI, coordinato dal consorzio Consolida, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, dedicato in modo particolare agli studenti con disabilità.
Un lavoro di rete quello evocato da De Giovanni, che si è rilevato l’elemento comune di tutti gli interventi e delle buone prassi presentate nella due giorni campana focalizzate sullo sport.
Il bisogno dei minori di “far respirare il corpo”, di socializzare con il gioco, di accrescere le facoltà cognitive e relazionali, tacite ma essenziali (le 10 life skill dell’Organizzazione Mondiale della Sanità), di esprimere la partecipazione a momenti di condivisione, ha rafforzato la consapevolezza della rilevanza della pratica sportiva, in generale del gioco all’aperto, nel processo educativo e nel contrasto alle discriminazioni. In questo contesto, la domanda che viene dai bambini e dai ragazzi con disabilità ha conosciuto particolare sviluppo ed intensificazione, sollecitando le agenzie educative sul territorio a rafforzare le iniziative. In questa direzione, certamente un grande impulso hanno dato anche le recentissime Paralimpiadi di Tokyo, dove, forse per la prima volta, la pratica sportiva delle persone con disabilità ha raggiunto ed interessato il grande pubblico, suscitando larga empatia e disponibilità diffusa alla emulazione, da parte delle persone con disabilità, le loro famiglie, e più in generale il tessuto sociale ed istituzionale che si prende cura delle attività educative.
Secondo Mario Sicignano, Presidente Consorzio Proodos di Napoli, l’educazione dei minori non può essere delegata al solo mondo della scuola. È fondamentale la sinergia tra le agenzie formative (scuole, circoli sportivi, parrocchie) in stretta collaborazione con le famiglie.”