RE-SET: LE CONCLUSIONI DEL LABORATORIO 1

Il 22 luglio si è concluso il primo dei laboratori del progetto Re-Set promossi dall’Area Lavoro di Consolida come spazio di ulteriore approfondimento, dopo i seminari informativi organizzati nell’autunno scorso.

Il primo laboratorio dedicato agli strumenti giuslavoristici (seguiranno poi quelli su contratti di rete e cooperative miste) è stato supportato, da un punto di vista tecnico-scientifico da Emanuele Dagnino (ADAPT Research Fellow) e da Sergio Bevilacqua (SLO, Milano).

L’analisi del quadro normativo vigente a livello provinciale e nazionale si è intrecciata con le esperienze delle cooperative e dei partecipanti di 11 associate impegnate nell’inserimento lavorativo e nell’inclusione sociale.

Emanuele Dagnino ha aperto l’incontro conclusivo del laboratorio, sintetizzando i contenuti emersi negli appuntamenti precedenti in quattro punti principali: la necessità di prestare attenzione alla diversa ratio degli strumenti, ovvero alla loro minore o maggiore prossimità al mercato del lavoro; la lacunosità del quadro normativo (catalogo dei servizi sociali) che richiederebbe una sistematizzazione in modo da sgravare gli operatori da incertezze che incidono sulla loro attività; l’opportunità di un assesment e di una verifica dell’andamento degli strumenti ai fini di suggerire agli interlocutori istituzionali le modifiche necessarie; la parziale ibridazione delle forme giuridiche sul tema lavoro e la necessità di chiarire i confini.

 

Giacomo Libardi, consigliere delegato Area Lavoro del consorzio, ha ricordato che il percorso è partito dalla preoccupazione rispetto alla crescente diffusione delle cosiddette forme di “lavoro senza contratto”, come le borse lavoro e i tirocini; l’analisi giuridica e il confronto delle esperienze ha mostrato che le cooperative in realtà hanno espresso una reazione di adattamento al contesto (più tipologie di strumenti disponibili e ampliamento di fasce grigie di bisogni) in un contesto peraltro di irrigidimento delle politiche attive del lavoro locali e di difficoltà ad inquadrare le richieste provenienti da enti locali e servizi sociali. “Oggi – secondo Libardi – potremmo quindi parlare di “quasi lavori” e “quasi contratto”, formule che danno atto della complessità della situazione. Detto questo, il sistema della cooperazione sociale si trova nella necessità di dare una forma concertata ai “quasi lavori”, soprattutto se non rimarrà una tendenza marginale.”

Secondo Libardi tra i diversi strumenti quello su cui concentrarsi è il tirocinio di inclusione, ma all’interno però di una normativa più ampia dell’attuale; “serve un patto che riconfiguri tale strumento, individuando gli interlocutori che possono essere interessati, in primis i sindacati.

Libardi ha sottolineato come il gruppo abbia consentito di stimolare una riflessione sui temi di politica attiva del lavoro, come da troppi anni non avveniva in ambito consortile.

Il percorso proseguirà in settembre con il laboratorio numero 2 dedicato ai contratti di rete.

Al laboratorio hanno partecipato:

Federica Guidi, Federica Ambrosi, Laura Bonomi, Alessandro Bezzi, Domenico Zalla, Francesco A Beccara, Silvano Pellegrini, Mauro Svaldi, Sandro Nardelli, Fabrizio Franceschetti, Michele Rossi.