Il tema delle cooperative cosiddette miste, sdoganato in Trentino solo nell’ultimo anno, è centrale anche nella riflessione a livello nazionale. Lo ha sottolineato Emilio Emmolo di Federsolidarietà-Confcooperative, invitato come esperto al terzo seminario del progetto RE-SET, promosso dall’Area Lavoro con il sostegno della LR15 e dedicato alle forme d’impresa per l’inserimento lavorativo.
Contando sull’apporto di un osservatorio di portata nazionale, il seminario è stata occasione per fare il punto sulla riforma del Terzo Settore e l’Impresa sociale, e per evidenziare novità e strumenti a disposizione con particolare riferimento alle cooperative sociali.
“Consorzi e cooperative sociali – ha affermato Emmolo – sono pronte a cimentarsi nelle nuove sfide che l’evoluzione dei bisogni delle persone impongono al welfare. Trento è sempre stata una culla di innovazione sociale e ora può essere un cantiere di sperimentazioni importanti.”
I partecipanti (un gruppo numeroso di presidenti e responsabili delle coop. socie, dirigenti del consorzio, referenti della Federazione Trentina della Cooperazione e dell’Agenzia del lavoro di Trento) hanno molto apprezzato il seminario vissuto come opportunità per rileggere in forma critica e condivisa le scelte finora operate, non solo rispetto alla recente nascita in Trentino di alcune cooperative “miste”, ma anche rispetto all’applicazione locale di alcune previsioni specifiche della legge nazionale n.381 del ’91. Il confronto con Emmolo e tra i partecipanti ha evidenziato le opportunità che offrono i cambiamenti in corso, se gestiti con coerenza e consapevolezza; si è detto, per esempio, che in alcuni contesti territoriali oppure in alcuni settori, come l’agricoltura sociale, la “mista” è quasi una necessità. Come per ogni strumento, anche per le “miste” esistono però anche rischi se usate impropriamente o strumentalmente.
Sui passaggi maggiormente di interesse emersi nel seminario, l’Area Lavoro del consorzio tornerà nel 2020, a partire da una visita di due giorni ad una realtà friulana, la prima ad avere spinto il legislatore regionale ad introdurre le “plurime” come collegamento funzionale tra i compiti assegnati dalle norme alle coop. A e quelli assegnati alle coop. B così da favorire l’accompagnamento al lavoro di persone con problemi di salute mentale.