(RI)LANCIO DELL’INTERVENTO 18

Da un lato il consorzio Consolida che, insieme alle cooperative B, sta compiendo un percorso di riflessione sugli strumenti di politica attiva del lavoro, dall’altro l’Agenzia del Lavoro che sta elaborando il nuovo Documento degli interventi di politica del lavoro. In questo contesto si è inserito il dialogo di stamattina, all’interno della rassegna culturale Impresa sociale al cubo, focalizzato sull’inserimento lavorativo di persone svantaggiate in base all’intervento 18 dell’Agenzia del lavoro.

Il presidente di Agenzia del Lavoro Riccardo Salomone ripercorrendo la storia di questo strumento ha evidenziato come sia stato introdotto nel 1992 per favorire lo sviluppo di una specifica forma di impresa (la cooperazione sociale di tipo B) finalizzata all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate

Dopo averne sottolineato l’impatto positivo in Trentino, Salomone ha sollecitato le cooperative ad esprimere gli elementi di forza e le eventuali criticità perché questo strumento continui anche oggi, in un contesto molto più complesso, ad essere un motore di risposta ai bisogni delle comunità. “Per farlo occorre essere consapevoli che l’Agenzia del Lavoro attraverso l’intervento 18 condivide una funzione pubblica con un’impresa privata con finalità sociale.”

Renata Magnago, direttrice dell’Ufficio inserimento lavorativo soggetti svantaggiati, ha evidenziato quali sono le particolarità delle coop b che giustificano un tale interventi di Agenzia del Lavoro: oltre alla gestione degli aspetti contrattuali della relazione con il lavoratore, comune a tutte le imprese, la coop.B mette a disposizione delle persone svantaggiate un servizio on the job di formazione e sostegni specifici all’inclusione.

E proprio su questi elementi si sono soffermate le testimonianze delle cooperative che hanno provato ad esplicitare quali sono gli aspetti culturali e organizzativi che compongono il valore aggiunto dei loro interventi anche quando si confrontano con altre imprese (pure multinazionali).

Tra gli aspetti distintivi quello di professionalità specifiche come quella Responsabile Sociale, figura nata proprio in relazione all’intervento 18, che coniuga il presidio della relazione “contrattuale” con il lavoratore con quella formativa e di sostegno. La questione oggi è allora come valorizzare e trattenere questi talenti e come posizionarli nell’organizzazioni in modo che orientino le strategie complessive della cooperativa e continuino a produrre “esternalità positive” sulla complessità degli interventi attuati dalle cooperative (altri interventi provinciali o misure nazionali).

L’incontro è stato anche occasione per dare visibilità alle relazioni delle coop sociali B e del consorzio con attori pubblici (tra i quali UEPE-Ufficio di esecuzione penale esterna; servizio sociale del Comune di Trento; APSS e CSM di Trento; SOVA, ecc) gestite attraverso il Responsabile Sociale (in alcuni ambiti, come il fse, le clausole sociali e il progettone  anche con un presidio a livello di consorzio) e finalizzate a costruire progetti individualizzati. Una rete che secondo i diversi attori presenti oggi al seminario ha bisogno di essere formalizzata per diventare un luogo di scambio stabile attraverso interventi condivisi di formazione e un lavoro comune sugli strumenti e metodologie e profilazione delle persone così da costruire percorsi sempre più coerenti con le caratteristiche dei disoccupati.