Sono state molte le organizzazioni che hanno partecipato al webinar organizzato da Cooperazione trentina durante il quale i membri della Cabina di Regia con il Comitato Scientifico del progetto hanno illustrato il nuovo bando per l’abitare inclusivo per persone con disabilità.
A introdurre l’incontro Raul Daoli, responsabile del progetto etika per la Federazione Trentina della Cooperazione, che ha ricordato gli aspetti fondanti di etika – dimensione economica, ecologica e solidale – e i risultati raggiunti dal progetto misurabili certamente nell’elevato numero di adesioni (55.000 contratti), ma anche dalle iniziative sociali già sostenute.
Ai 35 partecipanti si è, poi, rivolto Carlo Francescutti, membro del Comitato scientifico che attraverso alcune slide (puoi trovarle qui slide_Francescutti) ha illustrato gli aspetti etici e valoriali che stanno dietro la progettazione. Ha definito etika “uno «straordinario» sostegno al cambiamento” perché mette in campo risorse economiche cercando di cambiare quella che è stata la tradizionale concezione dei servizi. Un “pensiero antico ancora diffuso improntato alla protezione, etika è un “laboratorio di trasformazione” che vuole, invece, spingere verso la realizzazione di percorsi di autodeterminazione e autorealizzazione. Francescutti ha sottolineato come per innestare questo cambiamento sia necessario coniugare in modo innovativo etica e competenze specialistiche.
Ha poi sottolineato che i percorsi di autonomia non significano isolamento, infatti “non basta la casa serve costruire l’habitat” una rete che coinvolge il vicinato la famiglia e i servizi. “Dobbiamo pensare per progetti non per strutture, – ha affermato Francescutti – toglierci l’idea dei servizi con l’etichetta, e portare i servizi dove sono i luoghi e gli spazi della vita”.
È intervenuto, infine, il secondo membro del Comitato Scientifico Piergiorgio Reggio, presidente della Fondazione Franco Demarchi, che ha analizzato più da vicino struttura e criteri del bando. “Quello di etika è un bando atipico – ha affermato – perché non chiede, come è usuale, un progetto dichiarativo, ma narrativo; non invita le organizzazioni a riscrivere gli obiettivi degli enti finanziatori, ma di individuare situazioni di vita concrete di persone con disabilità immaginando ipotesi di accompagnamento verso la vita autonoma.”
Reggio ha ribadito quelli che sono i capisaldi per la progettazione: l’abitare, come detto nel Manifesto di etika, va inteso come vita indipendente con autonomia decisionale; il sostegno economico non è destinato alle spese strutturali, ma alle azioni di accompagnamento (che possono essere molto diverse tra di loro); i progetti devono riguardare persone individuate con nome e cognome. Infine i criteri di valutazione espressi nel bando (Chiarezza, Completezza, Coerenza con il Manifesto per l’Abitare inclusivo e le Linee guida progettuali del Comitato scientifico di etika, Innovatività, Sostenibilità, Co-finanziamento e Comunicazione) che servono anche come guida nella scrittura e nell’autovalutazione per le organizzazioni che intendono partecipare.
Leggi il bando e guarda i progetti già finanziati sul sito di etika.